Ci sono frazioni di secondo in cui un lampo può passare nella nostra mente facendo esplodere persino il cuore.
Ed è tanto sconvolgente quell'attimo da aprire una ferita dentro noi, di immensa gioia o con il più profondo dei dolori. A quel punto non c'è nessuna differenza. E quel pensiero e la sua ferita vengono rinchiusi nel profondo, nell'attimo stesso in cui è balenato il lampo nella mente e nel cuore, per non esserne cancellati mai più.

Un pomeriggio qualsiasi, di un giorno qualsiasi, in un anno qualunque mi sono trovata seduta sull'erba fresca di una distesa immersa nel centro dell'universo.
Era là l'universo, il Machu Picchu. Immensi picchi mi circondavano da ogni direzione io volgessi lo sguardo, immensi , irraggiungibili, irreali, miracolose immagini di una terra padrona, una terra sola e unica nel suo esistere, sola ed unica nel suo possedere il segreto dell'universo insieme al cielo.

E guardai le mie gambe incrociate sul prato, cercai gli occhi del mio compagno mentre lui stava cercando forse il suo respiro.e i nostri occhi di nuovo sulle vette, e pochi centimetri solo più in alto il cielo.un cielo e delle vette stretti in un abbraccio glorioso.
"se dovessi morire adesso sarei la più felice delle creature " mi sentii mormorare "Tutta la felicità che mai si potesse possedere io l'ho conosciuta passando sulla terra".
E il mio sguardo ancora immerso, non in alto ma in parallelo, e confuso tra picchi di montagne incredibili, natura inimmaginabile e cielo che cielo non era più bensi Universo.

E passò un Condor all'altezza del mio naso distendendo in un movimento flessuoso e leggero le sue immense ali, mi vide apri dolcemente gli artigli delle sue zampe e portò il mio corpo via con sé.





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