ALBERT SCHWEITZER

GABON






E' stato un ragazzino americano nero, Robert Stuard, a far si che io incontrassi per la prima volta Albert Schweitzer.
Abitava con la sua famiglia a Napoli dove suo padre era impiegato presso la Nato. In un tema scolastico Robert aveva espresso il desiderio di andare nel Gabon per portare tante medicine ad un medico che faceva del bene alle persone di colore come lui. Il suo tema produsse una reazione a catena conclusa con un mio programma radiofonico, ascoltato da migliaia di persone che misero a mia disposizione quintali di medicinali.
Il ragazzo poi non parti con me e per una strana coincidenza il suo posto fu preso da mia figlia.

Giungemmo a Lambarené, villaggio sperduto nella giungla tropicale, con tante piccole e povere capanne di legno abitato da tanta gente e ..tanti ammalati percorrendo strade fangose.
Albert Schweitzer ci venne ad accogliere, i capelli scompigliati dal vento causati dall'elica dei motori. Fu cordialissimo e non finiva di ringraziare per le medicine che i suoi uomini iniziavano subito a scaricare dall'apparecchio.

Poi ci fece strada in direzione del suo ospedale dove consumammo un pasto molto semplice in sua compagnia, mentre non finiva di raccomandare a tutti noi le sue regole: "non ammazzare" e tra coloro che non si dovevano ammazzare erano erano gli animali, gliinsetti ecc...

"se nella vostra stanza trovate un serpente, uno scorpione o altro, non vi spaventate ma chiedete aiuto e un mio boy verrà in soccorso per la vostra più completa tranquillità..ma non ammazzate mai.
Loro non attaccano se non sono attaccati e se li lasciate fare non avete nulla da temere.
Sono anche loro ospiti qui quindi prego tutti voi di rispettarli". E così me ne andai a dormire ma..non posso dire che sia stata una notte tranquilla la mia prima notte a Lambarené .

John



Il mio racconto su Albert mon ami


A.Schweitzer




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